Desiderio da Settignano è stato uno degli scultori più lirici e raffinati di tutta la storia dell'arte. Fu amato e apprezzato da tutti i suoi contemporanei, e anche Vasari ne lodò molto i capolavori. Scomparso molto giovane, ha lasciato opere di rara delicatezza, come dimostra il suo Ritratto di fanciullo che ride, opera di datazione incerta conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, di cui ci parla Ambra nel suo articolo di oggi.
“Grandissimo obligo hanno al cielo et alla natura coloro che senza fatiche
partoriscono le cose loro con una certa grazia” che al bianco marmo dona uno
spirito vitale che mai scema nel tempo.
Un divino fare artistico quello di Desiderio da Settignano definito da molti stimatori
“il dolce stile” che in tempi lontani, secondo la testimonianza del Vasari,
fu “imitatore della maniera di Donato”.
Quella sua indiscussa abilità nel modellare la materia marmorea si esplica in un
naturalismo figurativo ricco di effetti luministici e plastici che ne Il fanciullo che
ride raggiunge livelli ammirevoli.
Corti e ricci sono i suoi capelli che folti incorniciano un volto la cui grazia
riecheggia in un sorriso sincero e spensierato caratteristico di chi ha ancora la
giovinezza nel cuor.
Le sue guance paffute risplendono “...di grazia grandissima e leggiadria” come
Vasari afferma contemplando un'espressione artistica che par venir dal cielo.
E dal ciel proviene quella luce che di volta in volta, variando la sua intensità, sfiora il
candido marmo creando leggere e delicate vibrazioni che negli occhi dell'osservatore
risplendono fugaci.
Attento contemplatore e imitatore, Desiderio da Settignano donò alle sue sculture
quella grazia che in tempi più tardi anche il magnifico Raffaello tanto ricercò nelle
sue pitture.
L'amore e la cura per il dettaglio, il particolare, l'originale trasformano le sue opere
in capolavori del Quattrocento fiorentino che richiamano a più voci l'insegnamento
del maestro Rossellino presso il quale, con molta probabilità, Desiderio lavorò
durante i suoi primi anni di apprendistato artistico.
E se son sempre le persone migliori ad andarsene, anche colui che in vita dimostrò di avere l'arte nelle mani e nel cuore, a soli trentacinque anni, conobbe il sonno eterno. Sempre vive e cariche di un soffio vitale che mai sembra assopirsi, sono le sue opere scultoree nella morbidezza sconcertante delle loro geometrie e nella sublime dolcezza del loro modellato.
Ambra Grieco