Una delle opere più importanti di Ambrogio Lorenzetti è la Maestà conservata nel Palazzo Comunale di Massa Marittima, in provincia di Grosseto. Una raffinata analisi per completare il percorso su Ambrogio Lorenzetti iniziato all'interno della terza puntata del nostro podcast.
Avvolta da un manto scuro, nella dolcezza di un abbraccio teneramente accennato,
ella ha nei suoi occhi la profonda consapevolezza di un messaggio universale.
Il suo candido volto si affianca a quello del suo Bambino e le loro labbra sembrano
sfiorarsi nel casto gesto di un amore eterno.
Le due ali aperte degli angeli accolgono su di un soffice cuscino la dolce unione fra
madre e figlio, nella testimonianza senza tempo di un legame indissolubile.
E le tre Virtù teologali, sedute sui gradini che recano il loro nome, custodiscono
amorevolmente i loro attributi simbolici, abbracciate da folte schiere di Patriarchi e
Santi.
La beata dolcezza sbocciata sui volti degli angeli musicanti sembra voler
accompagnare l'osservatore all'ascolto soave delle loro melodie pacate.
Quella minuzia descrittiva con la quale Ambrogio Lorenzetti raffigura gli strumenti
musicali, sorretti e suonati da creature angeliche, ha la forza di creare una profonda
sinestesia che conduce in una dimensione idilliaca e celestiale.
Oltre ogni confine sensoriale, il suono del liuto, delle vielle e del salterio sembrano
unirsi per creare una melodia mai ascoltata le cui note incoronano l'amore divino al
cospetto del genere umano.
Il pizzicar delle corde si unisce ad una pioggia di fiori incantati nel connubio visivo di
sfavillanti colori e luminosi pigmenti dorati.
Quel rigore prospettico, nella Maestà di Ambrogio Lorenzetti ha la forza di creare
notevoli effetti di profondità atmosferica in cui i personaggi, finemente descritti,
possiedono una propria e ben marcata individualità, nella squisita delicatezza delle
decorazioni e degli incarnati.
Di nobilissimo ingegno, Ambrogio Lorenzetti possiede la notevole capacità di
impreziosire le sue figure con quell'umanità e quella dolcezza che probabilmente
furono parte integrante del suo carattere. Ghiberti a tal proposito ne loda capacità,
umanità e saggezza ed il Vasari esalta il suo “bellissimo ingegno” caratterizzato da
“assai buona grazia e bella maniera”.
“Persona nella pittura valente” dotato di una singolare e spiccata abilità artistica
sempre e continuamente pervaso da un profondo spirito di ricerca e sorretto da una
inesauribile dote creativa.
E quel carattere così assetato di sapere lo condusse, come ci conferma il Vasari, ad “... avere dato opera a gli studi delle lettere umane nella sua giovanezza. Le quali gli furono tanto ornamento nella vita, in compagnia della pittura che, praticando sempre con literati e studiosi...” gli permise di raggiungere un' eccelsa ed inuguagliabile espressione artistica.
Ambra Grieco