Pietro da Cortona è noto per essere stato uno dei pittori che meglio hanno espresso in pittura i canoni della Controriforma, con un linguaggio potente e coinvolgente, volto a stupire e a commuovere l'osservatore. Ambra ci propone una sintesi della poetica cortoniana con un particolare riferimento al suo contesto storico e a un'opera d'arte esemplificativa: la Vergine che offre il Bambino a san Francesco, tema che Pietro affrontò più volte nel corso della sua carriera.
Quelle parole, così chiare e decise, risuonarono più volte nella mente di un artista il
cui ingegno seppe renderle concrete e visibili nel frutto della sua abilità artistica.
Consapevole dell'insito potere persuasivo dell'arte, capace di diffondere e divulgare la
fede cattolica, Pietro da Cortona interpretò con saggezza, gli scritti del cardinale
Paleotti, che nel suo “Discorso intorno alle immagini sacre e profane” affermò:
“Non vi è istrumento più forte o più efficace a ciò delle immagini fatte dal vivo”.
E dal vivo, dinnanzi allo splendore di opere eccelse, il cuore del fedele si intinge di
coinvolgimento e commozione, in una teatralità tipicamente barocca dove gli affetti,
le emozioni ed il sentimento umano attuano una travolgente forza persuasiva sul
credente.
E se “il sentir narrare il martirio di un santo, il zelo et la costanza d'una Vergine, la
passione dello stesso Christo, sono cose che toccano dentro di vero...”, quel confine
fra umano e divino diviene sempre più sottile, fino a cancellare ogni separazione tra
finito ed infinito, reale ed irreale, nell'estasi e nella beatitudine di chi possiede la fede
nel cuore.
Nella gloria dell'affascinante visione mistica di un santo, quell' intima commozione
rivive nell'animo di chi l'osserva con occhi pieni di devozione, colpito dalla
spettacolarità di un dipinto quale “La Vergine offre il Bambino a San Francesco”.
La teatralità di un barocco mistico coinvolge il fedele con la presenza del divino che
irrompendo tempestivamente nella vita del santo, accresce il sentimento di devozione
e di abbandono in ogni fedele.
E quella tempestività, che si evince dal libro aperto che San Francesco si apprestava a leggere, come a voler sottolineare l'interruzione di un momento intimo e quotidiano, spezza improvvisamente la lontananza fra Dio e l'uomo, nel timido sorriso di un bambino che dal caloroso grembo materno, abbracciato da un soffice tappeto di nubi, tende il suo braccino al Santo per dimostrare l'immensità del suo amore verso l'umanità.
E proprio quel “persuadere movendo” così tanto divulgato e diffuso dal Paleotti, si
esplica a pieno nello splendore di un'opera a cui Pietro da Cortona donò un
equlibrato plasticismo, esaltando la nitidezza delle forme impreziosite da colori
brillanti e pieni di luce.
E fu proprio quella luce, che un tempo lontano illuminò il suo ingegno, capace di
riconoscere la fortuna, abbracciarla e mai più abbandonarla.
Ambra Grieco