di
Redazione
, scritto il 29/10/2018
Categorie: News Focus / Argomenti: Firenze - Rinascimento - Leonardo da Vinci - Cinquecento - Arte antica
Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci arriva in Italia, per la prima volta dal 1986. È protagonista della mostra “L'acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci”.
Apre il 30 ottobre 2018 e si conclude il 20 gennaio 2019 la mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, che riporta in Italia, e per la precisione nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi a Firenze, il prezioso manoscritto leonardesco, composto da 36 fogli per un totale di 72 pagine di appunti, teorie, disegni. L’arrivo del Codice Leicester rappresenta un’anteprima delle celebrazioni per il cinquecentenario della scomparsa di Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519), che animeranno tutto il 2019. La rassegna, curata da Paolo Galluzzi, è stata realizzata dagli Uffizi in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze e con il contributo della Fondazione CR Firenze: il pubblico avrà modo di vedere da vicino il Codice, scritto in gran parte tra il 1504 e il 1508, anni di grande e intensa attività artistica e scientifica di Leonardo. Nel Codice si trovano infatti molte delle sue teorie sulla luna, sull’acqua e sui corsi d’acqua, sui fluidi e molto altro: ad aiutare il visitatore nella lettura del Codice interverrà anche il Codescope, uno strumento digitale grazie al quale è possibile sfogliare, in rappresentazione digitale ad altissima risoluzione, tutte le pagine del manoscritto (con funzioni di ingrandimento, trascrizione/traduzione in inglese dei testi, rovesciamento speculare della scrittura mancina di Leonardo, ecc.). Il Codescope mette a disposizione dei visitatori un tutor che illustra in maniera sintetica ma rigorosa le tematiche più significative che vi vengono analizzate. In mostra sono presenti anche alcuni preziosissimi fogli originali e autografi del Codice Atlantico, del Codice Arundel e del Codice sul volo degli uccelli, rispettivamente di proprietà della Biblioteca Ambrosiana di Milano, della National Library di Londra e della Biblioteca Reale di Torino: sono tutti fogli compilati da Leonardo nello stesso periodo del Codice Leicester.
Il percorso espositivo comincia con una serie di teche che intendono in un certo modo sfatare il mido del Leonardo da Vinci “uomo sanza lettere”: vengono infatti esposti volumi che Leonardo conosceva molto bene (l’artista, ormai cinquantenne, conosceva fra i greci Platone, Aristotele, Strabone, Archimede, fra gli autori latini e medievali Frontino, Alberto Magno, Alberto di Sassonia, ma anche Dante Alighieri, Ristoro d’Arezzo e Cecco d’Ascoli). Alla fine del percorso, viene proiettato un video di circa 8 minuti, in italiano e in inglese, nel quale sono raccolte le sue teorie sul ruolo dell’acqua nell’evoluzione del pianeta dalla preistoria ai tempi suoi. Oltre alle teche che espongono le pagine originali dei Codici ed altri manoscritti, prestati per l’occasione da altre prestigiose istituzioni, il pubblico trova grandi pannelli e schermi digitali che narrano, anche con animazioni, del volo degli uccelli, dello scorrere dell’acqua dei fiumi e del moto ondoso dai mari, degli effetti delle maree, della luna, delle gocce d’acqua e delle bolle di sapone, del principio della costanza di flusso uguale sia nella confluenza di due fiumi che nell’organizzazione e funzionamento della circolazione sanguigna nell’uomo, del progetto avveniristico del canale navigabile sull’Arno da Firenze al mare, delle macchine per realizzarlo, per azionare una grande gru, per misurare le grandi distanze sul terreno. La mostra è inoltre “animata” dalla proiezione sul pavimento del cadere di gocce d’acqua e dello scorrere dei ruscelli: il visitatore prova quasi l’effetto di immergervi i piedi, come il Cristo e il Battista che affondano nel fiume Giordano fino alle caviglie nel Battesimo di Cristo dipinto da Leonardo insieme al maestro Verrocchio ed esposto, nella nuova sala dedicata al da Vinci, solo due piani sopra, agli Uffizi.
La mostra, come ricorda il curatore Galluzzi, è una sorta di remake di quella del 1982, durante la quale il Codice Leicester fu visto da circa 400.000 visitatori: “Nel 1982”, racconta il curatore, “ebbi il privilegio di collaborare con Carlo Pedretti alla realizzazione della terza (dopo quelle di Washington e di Londra) della serie di mostre internazionali che videro protagonista il Codice Leicester (allora denominato Hammer dal nome del magnate californiano che l’aveva acquistato dall’antico proprietario all’asta di Christie’s nel dicembre del 1980). Curata dallo stesso Pedretti, che di Hammer era ascoltato consigliere, la presentazione fiorentina fu allestita nella splendida cornice dei Quartieri Monumentali di Palazzo Vecchio. Era appena iniziata la stagione dei grandi eventi espositivi capaci di attirare l’interesse del pubblico più vasto. Aveva infatti chiuso i battenti da pochi mesi la grande kermesse delle Mostre Medicee allestite nei più prestigiosi contenitori della Città del Giglio, che registrarono quasi due milioni di visitatori. Né l’accoglienza riservata al Codice Hammer fu meno calorosa: in poco più di tre mesi furono oltre 400.000 i cittadini e i turisti italiani e stranieri che sfilarono ammirati davanti alle vetrine che contenevano i diciotto bifogli del manoscritto risultanti dalla loro rimozione dalla legatura nella quale erano in precedenza racchiusi. Un’operazione suggerita da Carlo Pedretti, sulla base di solide ragioni scientifiche, per restituire a quel prezioso manoscritto l’aspetto che aveva quando era nelle mani di Leonardo”. Alla memoria di Carlo Pedretti è peraltro dedicato il catalogo dell’esposizione.
Sono tre gli obiettivi della mostra per Paolo Galluzzi: richiamare l’attenzione sul contesto entro cui Leonardo scrisse le pagine del Codice, favorire la comprensione dei contenuti del Codice Leicester attraverso un apparato didascalico molto approfondito, e infine sottolineare come, in diverse pagine del Codice, Leonardo anticipi molte teorie scientifiche moderne. “L’opportunità di poter ammirare da vicino le settantadue pagine, colme di testi, schizzi e disegni, del Codice Leicester”, conclude Galluzzi, “non costituisce l’unico privilegio offerto ai visitatori della mostra allestita negli spazi delle Gallerie degli Uffizi. Fanno infatti degna corona a quel testimone dell’ingegnosità di Leonardo altri documenti di pregio eccezionale. Varrà la pena menzionare, anzitutto, la presenza del Codice sul volo degli uccelli, compilato a Firenze negli stessi mesi ed anni nei quali Leonardo attendeva alla stesura del Codice Leicester. Impreziosiscono inoltre il percorso espositivo altri suoi disegni magistrali: quelli che raffigurano il volto di una Luna con la superficie coperta da oceani in perenne agitazione che considerò gemella perfetta della Terra; i bellissimi ritratti che produsse di macchine per rendere più spedita la rimozione dei materiali di scavo nelle opere di canalizzazione; le suggestive raffigurazioni del corso dell’Arno nel tratto che attraversa Firenze, con puntuale indicazione dei ponti che collegavano le due sponde. Per non dire dei manoscritti e delle pubblicazioni a stampa degli autori antichi e medievali con i quali intrattenne un dialogo fitto e sempre caratterizzato da forte autonomia critica”.
“Il Codice Leicester”, dichiara invece il direttore degli Uffizi, Eike D. Schmidt, “torna a Firenze dopo trentasei anni, avendo recuperato il nome dei suoi primi proprietari inglesi, i conti di Leicester con cui era noto fino al 1980, prima di essere acquistato da Armand Hammer; e con un nuovissimo apparato critico. Le Gallerie degli Uffizi hanno deciso ora di offrire questa opportunità anche alle nuove generazioni, che non avevano potuto vedere i fogli del prezioso manoscritto di Leonardo nella mostra fiorentina del 1982 – bellissima ma più ridotta – né in quella di Bologna del 1986 – concentrata soprattutto sugli esiti emiliani e sulla celebre Mappa di Imola, conservata fra le proprietà della corona inglese, a Windsor. Questo non perché si è voluta creare un’occasione ad hoc per celebrare il cinquecentenario della morte dell’artista, a cui tutto il mondo si sta preparando con varie iniziative. Ma perché Leonardo, la sua arte, i suoi scritti, sono materia in continua evoluzione e non passa anno, o mese, in cui non emergano novità sul suo lavoro, frutto di studi o di scoperte; e dunque era giunto il momento di condividere con il pubblico i risultati di queste ultime tre decadi. È recentissimo il rientro agli Uffizi, dopo cinque anni di indagini e restauri a cura dell’Opificio delle Pietre Dure, della grande tavola raffigurante l’Adorazione dei Magi: oggetto di centinaia di pubblicazioni, apparsa addirittura in film famosi, in questa circostanza essa ha comunque mostrato, agli esperti della materia (e ora ai visitatori), novità fino a poco tempo fa non apprezzabili e ha permesso avanzamenti negli studi dell’arte del genio di Vinci. Lo stesso avviene adesso con il Codice Leicester, che oltretutto in mostra beneficia del grande vantaggio di una tecnologia avanzatissima – il “Codescope” – per ovviare alle difficoltà di esporre e far fruire tutti i singoli fogli; e per guidare l’osservatore attraverso la decifrazione dei suoi contenuti. La scenografia espositiva si avvantaggia di queste novità, che sicuramente aiutano ad avvicinare i complessi testi di Leonardo, spiegandoli al visitatore”.
Di seguito, proponiamo una selezione di immagini dalla mostra.
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
|
Immagini dalla mostra L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Ph. Credit Finestre sull’Arte
|
Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e
a
mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI
A
FINESTRE SULL'ARTE