Nel mondo dell’arte contemporanea, spesso difficile, provocatoria, dimentica della tradizione, ci sono artisti che cercano di compiere un percorso diverso, che guarda ai maestri antichi per rivisitarli in chiave moderna. Uno di questi artisti è il maestro Paolo Salvati. Nato nel 1939 a Roma, rimasto sempre fedele alla sua arte, Paolo Salvati (oggi Cavaliere della Repubblica) è autore di numerose e interessanti opere d’arte, molte delle quali a tema paesaggistico. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista in cui abbiamo parlato non solo della sua esperienza artistica, ma anche del ruolo dell’arte nella società di oggi.
Qual è la definizione che lei darebbe del termine “arte”? E che
cos’è l’arte per lei al giorno d’oggi?
Per dirla con Benedetto Croce, l’Arte é la trasfigurazione del sentimento, quindi concordo nel considerarla una “istituzione lirica”, aggiungo impalpabile, oggi come ieri sempre attuale!
C’è ancora spazio per l’arte nella nostra società?
Sì certo, è la stessa Arte che non permette chiusure, dunque nessuna interruzione creativa e limitazione umana all’idea, cambiano scenari sociali, politici, nuovi passaggi concettuali, comunque una qualsiasi tipologia di società anche consumistica, globalizzata, è perdente contro la forza espressiva della cultura.
Lo scorso anno lei dipingeva un “Omaggio a Van Gogh” rivisitando la
celebre “Terrasse du café le soir” del pittore olandese. Qual è il suo
rapporto con la tradizione?
Si vive con l’Arte del passato, si vive grazie all’Arte del passato, perché è un alimento alla nostra fantasia, un supporto equilibrato, vissuto, a volte differente dal proprio percorso ma necessario per una reale analisi comparativa, anche critica della propria opera.
La Sua produzione abbonda di paesaggi e marine: in che modo la Sua pittura coglie l’essenza del paesaggio? Ci sono legami con la grande pittura paesaggistica dell’arte antica? E qual è il Suo rapporto con la natura?
Sono figlio dalla Natura, aggiungo parente stretto! Espressionista, tutta la mia Arte pittorica è subordinata all’elemento paesaggistico, nella natura si legano le problematiche umane: evidenzio tra le mie tele, dipinti come la Pietra Blu, i sogni di Primavera e d’Estate, tutta la serie Fronde Rosse, gli Alberi Blu, tutti oli su tela di intenso spessore lirico, legati alla storia di autori come Turner, Monet, Van Gogh, Lautrec.
Osservando le Sue opere, ci si trova spesso sorpresi dall’utilizzo di certi cromatismi, come il blu che sembra spesso permeare anche l’essenza del
dipinto (“L’albero blu”, “La pietra blu”). Qual è il significato che Lei attribuisce al colore?
Il colore è il senso dell’Arte Moderna, il colore domina la lettura dell’Opera prima, geniale creazione visiva. Il test cromatico di Lüscher afferma che la preferenza al blu esprime il bisogno di quiete e serenità emotiva. Il blu è un colore che realmente racchiude l’attesa, la magia, il mistero della vita.
Qual è per Lei il ruolo dell’artista e qual è il messaggio che vuol far arrivare al pubblico attraverso la Sua arte?
Il ruolo dell’Artista è: entrare nel fondo nell’animo umano, attraverso differenti forme di espressione, nel mio caso coloristica, pongo all’attenzione di tutti la fede in una speranza, la mia è una fede Cattolica Cristiana, attraverso il superamento della sofferenza, trovo e metto in evidenza con il colore l’opera di Dio.
Sito dell’artista: www.paolosalvati.it
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo