Vent'anni dalla strage dei Georgofili a Firenze, 27 maggio 1993


Finestre sull'Arte ricorda la strage dei Georgofili a vent'anni di distanza dall'attentato costato cinque vittime e danni a numerose opere d'arte il 27 maggio 1993

Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, per la precisione alle ore 1:04 del 27 maggio, un’autobomba piazzata davanti alla Torre dei Pulci a Firenze, sede dell’Accademia dei Georgofili, esplodeva causando, oltre alla perdita e al danneggiamento di numerose opere d’arte, la scomparsa di cinque persone innocenti: Fabrizio Nencioni, 38 anni, ispettore dei vigili urbani di Firenze; Angela Fiume, 35 anni, custode dell’Accademia dei Georgofili; Nadia e Caterina Nencioni, rispettivamente 8 anni e poco meno di due mesi, figlie della coppia; Dario Capolicchio, 21 anni, studente fuori sede. Altre 48 persone rimasero invece ferite. Le opere d’arte perse per sempre furono sette: i Giocatori di carte e il Concerto di Bartolomeo Manfredi, l’Adorazione dei pastori di Gerrit van Honthorst (conservate agli Uffizi), l’Aquila di Bartolomeo Bimbi, un dipinto con Avvoltoi, gufi e beccaccia di Andrea Scacciati, e due stampe, una Scena di caccia di Francis Grant e un Grande cervo in una palude di Edwin Landseer (conservate presso l’Accademia dei Georgofili). Nel ventennale dell’evento che da allora fu conosciuto come la Strage dei Georgofili, Finestre sull’Arte vuole ricordare la memoria di queste cinque persone e l’oltraggio commesso nei confronti del patrimonio artistico, che subì danni ingentissimi.

Erano gli anni in cui l’Italia stava vivendo l’apice della strategia stragista di Cosa Nostra: la mafia aveva già ucciso i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si stava apprestando a mettere in piedi una tattica che, secondo i criminali, avrebbe colpito lo Stato in modo più efficace rispetto agli attentati nei confronti di singole persone. Questa tattica consisteva nel colpire il patrimonio artistico italiano, per causare una ferita profonda allo Stato e alla sua cultura. I motivi della stagione delle stragi sono da ritrovarsi nella perseveranza e nell’inasprimento della lotta contro la mafia da parte dello Stato, che all’epoca aveva deciso di applicare l’articolo 41 bis della legge sulle norme dell’ordinamento penitenziario (noto come “carcere duro”) ai detenuti mafiosi. La mafia, attraverso gli attentati, sperava proprio di ottenere la revoca del 41 bis da parte dello Stato: questo è il movente ufficiale.

La Strage dei Georgofili fu quella che inaugurò la stagione degli attacchi al patrimonio artistico, che costarono, come ribadito sopra, non soltanto la perdita di opere d’arte, ma anche quella di vite umane: all’attentato di Firenze seguirono la Strage di via Palestro a Milano (cinque vittime e ingenti danni al Padiglione di Arte Contemporanea) e le bombe alle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma, che fortunatamente non causarono vittime ma provocarono diversi feriti oltre a danni ai due edifici religiosi. Le stragi si fermarono nel 1994 con il mancato rinnovo, da parte dell’allora ministro della giustizia Giovanni Conso, del 41 bis per alcuni mafiosi, e al contempo con l’arresto dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, boss mafiosi che furono tra i principali organizzatori degli attentati: attualmente, stanno scontando l’ergastolo.

Tuttavia, a distanza di vent’anni, sono tanti gli interrogativi rimasti ancora insoluti: il primo, il più profondo, è cercare di capire se c’è stata una trattativa tra lo Stato e la mafia. Proprio domani inizierà a Palermo il processo che vedrà dieci imputati (tra mafiosi, politici e ufficiali dei carabinieri) per la presunta trattativa. E si dovrà poi capire se la revoca del 41 bis è stato l’effettivo movente delle stragi, o se dietro agli attentati c’è qualcosa di più profondo: sono i dubbi espressi anche da Giovanna Maggiani Chelli, Presidente dell’Associazione dei familiari delle vitteme della strage di via dei Georgofili.

In attesa che la giustizia faccia il suo corso e che venga fatta piena luce sulle stragi del 1993, non possiamo non commemorare una delle stagioni più brutte e orrende della storia italiana, costata la vita a tante persone innocenti e la perdita di grandi capolavori. Davanti alla Torre dei Pulci, è stato piantato un ulivo, simbolo di pace, a ricordo della strage e delle vittime: chiunque vada a Firenze non può non passare lì davanti. E sono molte anche le iniziative che si terranno tra oggi e domani a Firenze: segnaliamo in particolare, alle ore 9:00 in piazza della Signoria, il Girotondo per Caterina – Firenze abbraccia gli Uffizi, ideato da Marco Ferri e Marta Pesamosca, che coinvolgerà centinaia di piccoli studenti e che girerà attorno agli Uffizi. Uno dei modi più efficaci per combattere la mafia è infatti quello dell’educazione e della cultura, due armi temutissime dalla mafia, che si nutre di ignoranza. Rinnovare la memoria e al contempo educare e farci educare quindi è un nostro preciso dovere di cittadini, così come è doveroso da parte nostra chiedere allo Stato più educazione e più cultura anche per combattere la mafia: ed è un preciso dovere dello Stato rispondere all’illegalità con più educazione e più cultura. Dobbiamo farlo non solo per noi, ma anche in ricordo di chi ha dato la vita.

Chiudiamo questo nostro articolo con l’elenco delle opere d’arte distrutte e danneggiate nella strage dei Georgofili, tratto dalle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Firenze nel processo contro i responsabili (a questo link, cliccando su “motivazioni”, il documento completo):

A seguito dell’esplosione, infatti, oltre al grave danneggiamento di edifici del centro storico e delle strade comprese nelle vicinanze di Via dei Georgofili e di Via Lambertesca:
risultavano totalmente distrutti la Torre del Pulci sede dell’Accademia dei Georgofili e gravemente danneggiati la Galleria degli Uffizi, Palazzo Vecchio, la Chiesa di Santo Stefano e Cecilia al Ponte Vecchio, il Museo di Storia della Scienza e della Tecnica;
venivano perdute le seguenti opere:
presso la Galleria degli Uffizi: Gherardo delle Notti - “Adorazione dei pastori”; Manfredi - “Giocatori di carte”; Manfredi - “Concerto”;

presso l’Accademia dei Georgofili: Bimbi - “Aquila”; Scacciati - “Avvoltoi, gufi e beccaccia”; Grant (stampa raff.) - “Scena di caccia”; Landseer (stampa raff.) - “Grande cervo in una palude”;

venivano gravemente danneggiate le seguenti opere:

presso la Galleria degli Uffizi: Van Der Weyden - “Deposizione nel Sepolcro”; Sebastiano Del Piombo - “Morte di Adone”; Cristofano dell’Altissimo - “Ritratto di Giovanni della Casa”; Gregorio Pagani - “Priamo e Tisbe”; Rubens - “Enrico IV alla battaglia d’Ivry”; Rubens - “Ritratto di Filippo IV di Spagna”; C. Lorrain - “Porto con Villa Medici”; Bernini - “Testa di angiolo”; Gherardo Delle Notti - “Adorazione del Bambino”; Gherardo Delle Notti - “La buona ventura”; Gherardo Delle Notti - “Cena con suonatori di liuto”; Manfredi - “Tributo a Cesare”; Manfredi - “Disputa con i Dottori”; F. Rustici - “Morte di Lucrezia”; A. Gentileschi - “Giuditta e Olofene”; A. Gentileschi - “Santa Caterina”; G. Reni - “David con la testa di Golia”; B. Strozzi - “Parabola del convitato a nozze”; Empoli - “Natura Morta”; Empoli - “Natura Morta”; R. Manetti - “Massinissa e Sofonisba”; G.B. Spinelli - “David festeggiato dalle fanciulle”; G.B. Spinelli - “David placa l’ira di Saul”; N. Reiner - “Scena di gioco”; scuola caravaggesca - “Incredulità di San Tommaso”; Valentin - “Giocatori di dadi”; scuola caravaggesca - “Liberazione di S. Pietro”; - “Battaglia di Radicofani”; M. Caffi - “Fiori”; M. Caffi - “Fiori”; Gherardo Delle Notti - “Cena con sponsali”;

presso l’Accademia dei Georgofili: Bimbi - “Pellicano”; “Fiori” (nr. 2 - inv. castello 576 e 578);

venivano variamente danneggiate le seguenti opere:

presso la Galleria degli Uffizi: Bronzino - “Ritratto di donna”; Van Douven - “Glorificazione degli Elettori Palatini”; scuola A. Gaddi - “Trittico: Madonna e Santi”; Maso da San Friano - “La caduta di Icaro”; Giovanni da San Giovanni - “Madonna col Bambino e San Francesco”; R. Van Der Weyden - “Deposizione”; Pontormo - “Madonna col Bambino”; Garofalo - “Madonna e Santi”; Vasari - “Ritratto del Duca Alessandro”; Raffaellino Del Garbo - “Madonna col Bambino”; Puccinelli - “Madonna col Bambino”; A. Micheli - “Santa Caterina”; scuola caravaggesca - “Doppio ritratto”; ignoto - “Bambino giacente”; ignoto - “San Giovanni Evangelista”; scuola romana - “Ritratto di Porzia De’ Rossi”; Fra’ Bartolomeo - “Porzia”; Velasquez - “Dama a cavallo”; scuola del Pollaiolo - “La Giustizia”; Tiziano - “Ultima cena”; scuola sec. XV - “Vergine col Bambino”; A. Cecchi - “Autoritratto”; V. Campanello - “Autoritratto”; C. Baba - “Autoritratto”; M. De Matchva - “Autoritratto”; Farulli - “Autoritratto”;

presso l’Istituto e Museo della Storia e della Scienza: “Vaso cilindrico dell’Accademia del Cimento”, sec. XVII, alt. cm. 27, diam. cm. 9, vetro (catal. IX,66), incrinato il piatto del vaso - danno non sanabile - indebolimento dell’oggetto irreparabile; “Vassoio”, sec. XVII, vetro, diam. cm. 46 circa (catal. IX,85), incrinato - irreparabile; “Telescopio riflettore”, legno, di Leto Guidi, sec. XVIII (catal. XI.1), graffi sulla superficie del tubo - restaurabile; “Telescopio riflettore”, legno, sec. XVII (catal. XI.2), graffi sulla superficie del tubo - restaurabile; “Sfera armillone Santucci”, sec. XVI (catal. VII.30), armilla rotta - distacco della calotta polare - indebolimento struttura - danno sanabile con difficoltà;

risultavano danneggiate le seguenti sculture:

presso la Galleria degli Uffizi: arte ellenistica - “Niobide”; arte romana - “Testa di giovanetto”; copia di epoca romana del “Discobolo di Mirone”


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