Un brano di Khaled Asaad: i materiali di costruzione di Palmira


Proponiamo la traduzione di un brano tratto da un articolo scientifico di Khaled Asaad, in cui si parla dei materiali con cui è stata costruita la città di Palmira.

Quando, lo scorso 21 agosto, avevamo proposto il nostro articolo per omaggiare la memoria di Khaled Asaad, l’archeologo che era stato direttore degli scavi di Palmira e che proprio ad agosto è stato barbaramente assassinato dall’Isis, ci eravamo lasciati promettendovi che avremmo pubblicato un passaggio di un suo articolo. È passato un po’ di tempo in più rispetto a quanto ci eravamo proposti, ma oggi possiamo finalmente presentarvi il brano. La ricerca non è stata facile: perché tra la vasta produzione scientifica di Khaled Asaad abbiamo dovuto trovare un articolo che non fosse eccessivamente tecnico, e che potesse essere compreso agevolmente anche da un pubblico ampio. La scelta è dunque ricaduta su questo brano, che parla dei materiali con cui è stata costruita Palmira (e con cui sono state realizzate le sue sculture), e che è tratto dall’articolo “Restoration work at Palmyra”, apparso nel 1995 sulla rivista ARAM, pubblicata dalla Aram Society for Syro-Mesopotamian Studies. L’articolo originale si può ottenere dal sito dell’editore, Peeters Publishers. Approfittiamo per dire che, non essendo riusciti a metterci in contatto con l’editore per ottenere l’autorizzazione per la traduzione, ci poniamo a sua completa disposizione per assolvere a qualunque tipo di obbligo. Buona lettura.

Khaled Asaad
Khaled Asaad

I palmireni utilizzavano principalmente pietra calcarea per gli edifici della loro città. Questa pietra è abbondante in loco e può essere estratta nelle vicinanze. Le antiche cave sono a nord di Palmira: là si trovano colonne incompiute e altri blocchi; la pietra veniva tagliata in forme grossolane prima di essere trasportata in luoghi dove finiva per diventare parte di architetture o sculture. Tuttavia, alcune basi di colonne e alcuni sarcofagi venivano utilizzati anche senza mai essere completati.

Queste cave fornivano pietra dura calcarea, la principale varietà di pietra usata a Palmira. È bianca o giallognola, con sfumature rosse o marroni. […]

Una pietra calcarea leggera, gialla, meno resistente ma più facile da lavorare, era anch’essa molto comune, specialmente in periodi antichi (ndt: la pietra gialla fu largamente utilizzata nella scultura palmirena tra il I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.). Era utilizzata perlopiù in forma di blocchi di pietra da taglio, in particolare per interni di torri funerarie e per il rivestimento di pareti di tombe sotterranee. […]

La leggera pietra calcarea bianca, conosciuta in loco come kuthan, è gessosa e molto facile da lavorare. Poiché questa assorbe molto l’umidità e la pioggia, era utilizzata principalmente per le fondamenta. […]

Infine, la pietra calcarea sabbiosa, estratta sui pendii della Valle delle Tombe, è molto dura e resistente alle intemperie e all’erosione, ma non si presta ad essere lucidata per decorazioni scultoree.

Alcune torri funerarie sono costruite interamente con questa pietra, e la maggior parte ha le fondamenta fatte con essa. […]

Di tanto in tanto, vengono trovati anche frammenti di colonne e statue di marmo. Solitamente si ritiene che siano stati importati, ma recentemente è stata scoperta una possibile cava di marmo a circa 20 km a sud di Palmira. Comunque, le poche statue di marmo che permangono sono di pregiato marmo bianco greco: parliamo dell’Atena dal tempio di Allat, di un torso di Afrodite, e di un torso imperiale del periodo severiano. […] Il granito importato è conosciuto in due varietà […]. Altri materiali edili includono il mattone crudo. Sebbene non si trovi molto spesso negli scavi, risulta ovvio che la maggior parte dei muri delle case erano costruiti con mattoni essiccati al sole attaccati a una base in pietra che ancora resiste. […]

Per unire blocchi di pietra da taglio di importanti edifici, come i templi, l’Agorà o le colonne del Grande Colonnato, venivano utilizzati morsetti in bronzo.[...] Strutture meno elaborate, come torri funerarie, mostrano un abbondante uso di intonaco, a base di gesso, tra le pietre. […] Spesso era utilizzato un impasto di calce e cenere per i pavimenti delle case, in particolare in epoche più tarde quando questi pavimenti potevano essere dipinti di rosso.

Il decumamo massimo di Palmira
Il decumamo massimo di Palmira. Credit


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.






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