Un omaggio a Khaled Asaad. Dedichiamo luoghi della cultura all'archeologo che ha dato la vita per Palmira


Un omaggio a Khaled Asaad con cui rilanciamo anche l'idea di dedicare al grande archeologo luoghi della cultura.

È quasi impossibile scorrere le bibliografie dei testi dedicati all’antica città di Palmira e non trovarci una citazione, un riferimento o un ringraziamento a Khaled Asaad, l’archeologo che ha dedicato alla "sposa del deserto" tutta la sua vita professionale, diventando anche direttore degli scavi e del museo della città siriana. Proprio la sua immensa passione e, ancor più, il suo sconfinato amore per le antichità palmirene, gli sono costati la vita: secondo fonti giunte dalla Siria, citate dal Guardian per la prima volta e poi riprese dai giornali di tutto il mondo, Khaled si sarebbe rifiutato di rivelare all’ISIS il luogo in cui lo studioso e il suo entourage avevano nascosto diversi preziosi reperti archeologici onde risparmiar loro una tragica fine, quella di essere saccheggiati per foraggiare le criminose attività del sedicente “Stato Islamico” oppure di essere distrutti. E per questo suo rifiuto è stato barbaramente assassinato.

La vicenda ci ha profondamente colpiti. Tuttavia non nascondiamo che a scrivere questo articolo ci troviamo in grande difficoltà: ogni parola per commentare quanto accaduto ci pare infatti inadatta. E quel che è ancora più terribile, è che di fronte a queste sciagure ci sentiamo come incapaci di poter far qualsiasi cosa per evitarle. Onestamente, noi non abbiamo risposte alle tante domande che chiunque si sarà fatto apprendendo questa orribile notizia. Per cui, ci limitiamo a dire che quest’uomo, questo grande uomo, ha offerto al mondo intero un luminosissimo esempio di coraggio, amore per la conoscenza e per il prossimo, fedeltà alla propria missione. Una persona che di fronte all’insensibilità, alla barbarie e alla crudeltà ha opposto la sua enorme dignità e la convinzione che la cultura sia un’arma ben più potente rispetto a tutti gli arsenali che esistono sulla Terra. E ci rendiamo conto che ci piacerebbe aver anche solo un centimetro della sua imponente statura morale.

Khaled Asaad
Khaled Asaad

In tanti oggi, tra colleghi, ricercatori, archeologi o persone che ci hanno semplicemente scambiato qualche parola, ricordano Khaled Asaad come uno studioso serio e preparato, uno dei maggiori esperti delle antichità di Palmira (e se si salveranno dalla furia distruttrice, sarà in gran parte per merito suo), ma anche come una persona estremamente disponibile e di mentalità aperta, e anche come un buon divulgatore: aveva infatti una propria pagina Facebook in cui condivideva informazioni sugli scavi, spiegava opere d’arte e reperti al suo pubblico, e postava anche vecchie fotografie che costituiscono un’importante testimonianza storica sull’attività archeologica nel sito siriano. Chi ha eliminato Khaled Asaad non ha calcolato il fatto che la conoscenza adesso si è arricchita dell’esempio altissimo di un uomo che ha sacrificato la vita per preservare la cultura, l’arte e le testimonianze del passato: a costo di essere retorici, siamo più che certi che Khaled Asaad continuerà a essere vivo nel ricordo di chi lo ha conosciuto, negli studi di chi continuerà a occuparsi di Palmira (perché di certo gli studi non cesseranno) e nella memoria di tutti.

In queste ore, in segno di rispetto, i musei italiani stanno esponendo le bandiere a mezz’asta, e in molti stanno scrivendo articoli o, semplicemente, postando le foto dell’archeologo su siti web e social network per onorare la sua memoria. L’amministrazione comunale di Pisa ha fatto sapere che la città dedicherà a Khaled Asaad “un luogo significativo per la tutela dei beni culturali”. Ecco, sarebbe bello che l’idea di Pisa fosse seguita e che Khaled Asaad potesse essere onorato con la dedica di strade, sale di musei, luoghi della cultura in generale: con questo nostro inadeguato omaggio vogliamo, per quanto possiamo, sostenere l’impegno di chi si adopererà per ricordare con dediche di questo tipo la figura dello studioso. Noi di Finestre sull’Arte abbiamo deciso che nei prossimi giorni pubblicheremo un breve passaggio di un suo articolo, che tradurremo appositamente in italiano. Nella speranza che questo piccolo contributo possa aumentare la consapevolezza dell’importanza di Palmira per tutta l’umanità. E dell’archeologo che per anni si è curato di lei, e che ha dato la vita per salvarla.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo





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