Salviamo Villa Massoni a Massa


Villa Massoni è una delle antiche residenze dei duchi Cybo-Malaspina di Massa. Oggi versa in uno stato di totale abbandono e degrado ma possiamo impegnarci per salvarla.

A Massa, città capoluogo di provincia in Toscana nonché ex capitale di un prospero ducato in tempi antichi, esiste una residenza, Villa Massoni, nota anche come Villa di Volpigliano (dal nome della zona della città sulla quale sorge) che rappresenta un caso molto esemplificativo di patrimonio culturale abbandonato. Ma andiamo con ordine, raccontando prima la storia della villa.

L’edificio fu fatto costruire agli inizi del XVII secolo da un nobile genovese, Giulio Paceri1: successivamente, nel 1637, il principe di Massa e Carrara (lo stato sarebbe diventato ducato qualche anno più tardi) Carlo I Cybo-Malaspina rilevò quella che all’epoca era una piccola villa a cui era unita una torretta. Fu così che l’edificio diventò una residenza ufficiale della famiglia che governava Massa e Carrara. Alla fine del secolo, il duca Carlo II dette incarico all’architetto di corte Alessandro Bergamini di ampliare l’edificio e di progettare un sontuoso loggiato: al termine dei lavori, Carlo II decorò la villa con statue fatte realizzare da scultori carraresi ma anche con reperti archeologici provenienti dagli scavi di Ostia e ricevuti in dono dallo zio Alderano Cybo, cardinale.

In questi anni la villa diventò luogo di cerimonie, teatro di celebrazioni, oltre che villa di rappresentanza del ducato. La situazione però cambiò ben presto sotto il ducato di Alderano I che, a causa di debiti, fu costretto a vendere molte delle opere d’arte che ornavano la villa (sorte che toccò anche ad altri edifici cittadini, anch’essi spogliati per permettere al duca di pagare i propri debiti). Iniziò così un declino che ebbe una battuta d’arresto nel 1798 quando un nobile svedese, Adolf Fredrik Munck, la acquistò e inaugurò i lavori di restauro con una festa che ricordava il passato splendore dell’edificio. Con i lavori commissionati dal conte Munck fu aggiunto anche il casino che costituisce una dépendance della villa.

La villa assunse le forme attuali nel corso dell’Ottocento, quando un nuovo proprietario, l’industriale carrarese Pantalone Del Nero, che aveva acquistato la villa dal conte Munck il quale l’aveva messa in vendita per pagare, a sua volta, i propri debiti, incaricò l’architetto Isidoro Raffo di alcuni lavori di ammodernamento. Sempre nel corso dell’Ottocento la proprietà passò ai conti Massoni di Lucca (dai quali il nome con cui la villa è nota oggi), e quindi alla famiglia Casonato, gli attuali proprietari.

Ancora teatro di feste fino a pochi decenni fa, attualmente la villa versa in uno stato di totale abbandono: l’edificio è diventato ormai irriconoscibile e la vegetazione del vastissimo parco (lodato nel Settecento dal pittore tedesco Georg Christohp Martini che lo descriveva come un giardino che “sembra più vasto del reale per effetto delle terrazze situate una sotto l’altra”2) che circonda la villa ha preso il sopravvento su tutto. Ecco alcune immagini che abbiamo scattato sabato che possono offrire una testimonianza visiva dello stato di incuria in cui versa Villa Massoni (abbiamo fatto fotografie dall’esterno ma si riesce comunque a intuire il degrado di Villa Massoni):

La targa di Villa Massoni a sinistra del cancello d'ingresso L'ingresso di Villa Massoni Il cancello d'ingresso è stato ricoperto dalla vegetazione

La targa in marmo a destra del cancello è stata asportata Dal cancello si intravede come il parco sia stato sopraffatto dalla sua stessa vegetazione La villa in lontananza

Nel corso degli ultimi anni sono stati diversi gli interventi volti a cercare di salvare Villa Massoni dal degrado, ma purtroppo nessuno di essi ha dato frutto. Di recente però alcune associazioni massesi, tra le quali l’associazione Massa Picta (raggiungibile su Facebook all’indirizzo http://www.facebook.com/massa.picta) si stanno prodigando per fare in modo che Villa Massoni possa scalare la classifica dei Luoghi del cuore del FAI (Fondo Ambiente Italiano): arrivare nelle prime posizioni significherebbe accedere a importanti contributi economici per il recupero dei beni culturali abbandonati. Rimarrebbe un nodo da sciogliere, quello della proprietà, che è ancora privata, ma un contributo sostanzioso potrebbe sbloccare la situazione.

È quindi possibile votare Villa Massoni come luogo del cuore collegandosi a questo indirizzo ed esprimendo la propria preferenza per Villa Massoni. In alternativa, le associazioni che sostengono l’iniziativa hanno creato dei punti di raccolta firme in diversi esercizi commerciali nella città di Massa: per chi abitasse o dovesse recarsi a Massa potrebbe essere un modo alternativo per fornire il proprio sostegno (l’elenco degli esercizi si trova nella pagina Facebook dell’associazione Massa Picta). Una iniziativa interessante per cercare di riportare villa Massoni alle condizioni d’un tempo!


Note

1. Per informazioni sulla storia di Villa Massoni abbiamo consultato queste fonti bibliografiche:
  1. Franco Bonatti, Massa Ducale, Editore Giardini, 1987
  2. Massimo Bertozzi, Massa, Sagep, 1985
  3. Ovidio Guaita, Le ville della Toscana, Newton & Compton, 1997


2. Questo brano di Georg Christoph Martini, tratto da Reise nach Italien (“Viaggio verso l’Italia”) è riportato tradotto in italiano in Franco Bonatti, Massa Ducale, Editore Giardini, 1987.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo





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