L'Andata al Calvario è uno dei dipinti più celebri di Polidoro Caldara, meglio conosciuto come Polidoro da Caravaggio dal nome della località in cui nacque attorno al 1500. L'opera, che si trova oggi al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, fu realizzata per la chiesa dell'Annunziata dei Catalani a Messina, in un periodo compreso all'incirca tra il 1530, la probabile data della commissione, e il 1534, anno in cui l'opera era terminata.
Il dipinto raffigura uno dei momenti più noti del sofferto percorso di Gesù sulla collina del Calvario, sulla quale Cristo salì e fu crocifisso. Gesù compì la salita fino alla sommità della collina portando su di sé la croce, e Polidoro da Caravaggio rappresenta il momento in cui Gesù, sopraffatto dalla fatica, cade sotto il peso della croce. La scena è molto concitata: Gesù è visibilmente sconvolto, con la faccia smunta e provata dalle sofferenze, due personaggi a fianco a lui lo stanno facendo rialzare, la Maddalena, nell'angolo in fondo a destra, prega in modo plateale, sopra di lei la Veronica ostenta il velo con cui ha asciugato il volto di Gesù (e sul quale, per tradizione, rimase impressa la figura del suo volto), sulla sinistra invece la Madonna sviene ed è assistita dalle pie donne. Sopra la Madonna, vediamo san Giovanni in posizione quasi speculare rispetto a quella della Maddalena: se seguiamo la le sue mani possiamo notare che sono collegate a quelle della Maddalena attraverso una diagonale che attraversa la croce di Gesù e il braccio dello sgherro che lo sta facendo rialzare. Sullo sfondo, alcuni soldati sopraggiungono, portando altri condannati. In alto a sinistra, una serie di personaggi assiste alla scena (alcuni addirittura si aggrappano a un albero rischiando di cadere), e sulla destra, in lontananza, vediamo una bellissima città ricca di edifici classici.
Polidoro da Caravaggio insiste in modo particolare sui tormenti a cui è sottoposto Cristo, accentuandoli anche attraverso le reazioni degli altri personaggi che affollano la composizione: l'intento è quello di coinvolgere emotivamente l'osservatore. Il dipinto, un olio su tavola, ottenne già all'epoca un grande successo. Uno dei primi a lodare il dipinto fu Giorgio Vasari, che così lo descrive nelle sue Vite: "vi fece per ultimo una tavola d'un Cristo che porta la croce, lavorata a olio, di bontà e di colorito vaghissimo; nella quale fece un numero di figure che accompagnano Cristo alla morte, soldati, farisei, cavagli, donne, putti et i ladroni innanzi, col tenere ferma l'intenzione, come poteva essere ordinata una giustizia simile: che ben pareva che la natura si fusse sforzata a far l'ultime pruove sue in questa opera veramente eccellentissima".
3 agosto 2014
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