Per lo speciale dedicato a Caravaggio, Ambra ci propone una lettura della Madonna dei Pellegrini, che si può ammirare all'interno della chiesa di Sant'Agostino a Roma. È una delle opere più famose di Michelangelo Merisi e durante il podcast ne abbiamo parlato solo in modo marginale: l'articolo di Ambra è quindi una buona occasione per un approfondimento!
Un incrocio di sguardi pieno di profonda umanità e devozione tesse la trama di un
silenzioso dialogo su quale “fu fatto dai preti e da' popolani estremo schiamazzo"
che prorompente risuonò sotto il cielo di una Roma riscaldata da una devastante
febbre manierista.
Fu proprio lì che il coraggio di un artista varcò i confini di verità fin troppo assolute
e soggettive “richiamando la pittura dalla maniera alla verità” per abbandonare la
bellezza ideale “disposto di seguire del tutto la similitudine”.
E quella similitudine che l'occhio indaga sulla grande tela, come a voler cercare nel
buio e nelle tenebre l'umana conversazione che si compie in una dimensione umile e
quotidiana.
E se per San Giovanni “Cristo è luce vera che illumina ogni uomo” essa diviene
dunque simbolo di grazia divina che scendendo sugli uomini offre loro l'umana
salvezza.
Segno simbolico, linguistico e percettivo, il raggio di luce giuda lo sguardo di chi
osserva quell'intimo incontro in cui due umili pellegrini diventano simboli di
un'intera umanità.
Inginocchiati in segno di preghiera, sui loro volti si leggono i segni del tempo e della
fatica che sembra aver scavato i loro lineamenti plebei, aver rovinato le loro vesti e
sporcato la loro pelle.
Con la loro vecchiaia, la loro sporcizia e la loro miseria essi rivolgono alla Madonna
la loro stessa vita così umile e semplice con i loro cuori pronti a ricevere tutto l'amore
ed il perdono che Gesù è disposto a donare.
Quella piccola mano del Bambin Gesù, timidamente alzata in segno di benedizione,
si staglia fra le luci, penombre ed ombre del nostro cammin di vita nella più profonda
naturalezza e quotidianità abbandonando ogni distanza fra cielo e terra per compiere
un abbraccio di pace fra Dio e i suoi uomini.
Fra il rosso cremisi, le ocre e la gamma intensa dei bruni, i personaggi prendono vita
dal colore per emergere dal buio e dall'ombra poiché in ogni cosa esiste una crepa,
una fessura ed è proprio da lì che entra la luce.
Se alcuni uomini lasciano morire la fede e la speranza nei miracoli, altri la nutrono e
la proteggono avendone cura nei giorni bui di solitudine e miseria finchè un giorno la
luce divina entra nei loro cuori.
Oltre ogni aspetto rievocativo, la proiezione di un intimo desiderio si compì dinnanzi
a loro e ben presto essi non furono mai così ricchi, quando assunsero la
consapevolezza che il valore della fede supera la preziosità dell'oro.
E mai come in quell'attimo, le parole di Gesù furono così chiare ed esplicative: “Non
accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri
scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, perché là dov'è il tuo
tesoro, sarà anche il tuo cuore”.
Ambra Grieco